Settembre è tempo, per i più, di rientro dalle ferie: i bambini e le bambini tornano a scuola, gli adulti pianificano gli impegni per i mesi a venire. Per tanti e tante che fanno parte del mondo dell’educazione e dell’istruzione, o gravitano attorno ad esso, l’inizio dell’anno scolastico è un momento che attiva desideri, aspettative e speranze si comprano gli zaini nuovi per i ragazzi e le ragazze, ma cosa vorremmo poterci mettere dentro?
Noi dell’associazione CLIC abbiamo approfittato della pausa estiva per rispondere alla domanda, mettendo a fuoco le idee guida per i per i percorsi che realizzeremo a partire dell’autunno.
Dai soggetti che fanno parte del mondo della formazione è in crescita la richiesta di conoscenza e di intervento sulle tematiche del bullismo, cyber bullismo, stereotipi di genere, violenza di genere e abuso sui minori, tematiche che peraltro anche la relativa normativa ministeriale ritiene vadano affrontate recependo lo spessore crescente che hanno assunto a livello sociale.
Alcuni interventi di qualità e attività di formazione su questi temi sono già in atto in regione, e più in generale in Italia. Accade, però, che ancora in poche occasioni si superi la logica dell’emergenza (l’episodio di bullismo o di molestie che fa salire la tensione e che rende “urgenti”gli interventi) per ragionare su progetti di adeguato respiro che facciano posto ad attività stabili, inserite nei curricoli, che trattino con strumenti adeguati all’età dei ragazzi e delle ragazze l’alfabetizzazione alle emozioni, lo sviluppo dell’empatia, la decodifica delle sensazioni, presupposti fondamentali per affrontare tali tematiche.
Ecco, dunque, che nel nostro zaino vogliamo mettere la determinazione a dialogare con genitori, bambini e bambine, insegnanti, educatori, ragazzi e ragazze per costruì re assieme occasioni d’incontro che rifuggano l’emergenza e si realizzino attraverso la costruzione quotidiana del benessere. Posta la consapevolezza che corpo e psiche sono parti inscindibili dell’unità dell’essere che non si possano”trattare” separatamente, nei nostri dialoghi vogliamo mettere al centro il linguaggio del corpo, da quando è l’unico strumento di comunicazione (per i bimbi piccolissimi non c’è ancora la parola) a quando segnala il disagio o la fatica (i mali di pancia o di testa prima dell’interrogazione), o anche la gioia. Linguaggio che si trasforma durante l’adolescenza segnando spesso con maggior decisione il corpo stesso (abbigliamento, tatuaggi, piercing, diete) a significare una possibile sofferenza,ad esempio se il corpo reale è costretto dai modelli della pubblicità, o possibili piaceri, se c’è un avvicinamento ego sintonico alla sessualità. Linguaggio che spesso viene sottovalutato o non compreso in primis da chi lo agisce.
A partire quindi dal presupposto che nello zaino di chi riprenderà la scuola sia fondamentale metterci accanto agli strumenti per rispondere alle esigenze dei saperi disciplinari anche quelli per affrontare le sfide relazionali ed emotive affinché si creino le condizioni di uno sviluppo armonioso, anche nel nostro”zaino associativo” metteremo una particolare attenzione alla dimensione corporea ed emotiva delle relazioni, che saranno il filo conduttore dei nostri percorsi dedicati a genitori, educatori e adulti più in generale, e a bambini/e e ragazzi/e.